Articoli di interesse

La riforma della Pubblica Amministrazione

madia-renziCari colleghi,
il 12 giugno il Consiglio dei Ministri ha approvato i punti della riforma della Pubblica Amministrazione.
Il testo, che sarà oggetto di un percorso legislativo, introduce alcune novità rilevanti.
Tra queste:

  1. la previsione di 15 mila nuove assunzioni nella Pubblica Amministrazione per dare avvio ad un ricambio generazionale e la contestuale eliminazione dell’istituto del trattenimento in servizio per chi ha raggiunto i requisiti della pensione, che insieme al divieto di attribuzione di incarichi dirigenziali a soggetti in quiescenza dovrebbe liberare notevoli spazi nelle piante organiche delle varie amministrazioni pubbliche;
  2. La modifica della mobilità volontaria che non necessiterà più del nulla osta dell’Amministrazione di provenienza. Mentre per l’istituto della mobilità obbligatoria, al fine di favorire un utilizzo più efficiente delle risorse umane, nella riforma si prevede la possibilità dell’amministrazione di trasferire (con la medesima retribuzione e non oltre 50 Km dall’attuale sede) un un lavoratore da una amministrazione ad un’altra della pubblica amministrazione, senza il preventivo assenso dello stesso;
  3. Le agevolazioni per usufruire dell’istituto del part-time.

Questi sono solo alcuni dei punti toccati dal governo nella sua proposta di riforma. Proposta che riteniamo utile mettere a disposizione dei colleghi al fine di consentire a tutti di prenderne cognizione nella sua interezza.
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Dipendenti di Roma Capitale: grande adesione allo sciopero del 6 giugno

roma-scioperoDopo la grande partecipazione allo sciopero del 6 giugno da parte dei Dipendenti di Roma Capitale a difesa del salario accessorio, riparte il tavolo sul contratto decentrato chiamato a trovare soluzioni che non penalizzino i dipendenti capitolini e al contempo siano rispettose delle osservazione degli ispettori del MEF.

L’intesa tra le parti, stando ai tempi dettati dalla circolare ministeriale,  dovrà essere trovata e sottoscritta entro il 31 luglio 2014.

Amministrazione e sindacati faranno bene ad avere ben chiare due richieste che non possono essere derogate per nessun motivo:

1) Nessuna decurtazione degli stipendi che,  già miseri, se alleggeriti del salario accessorio sarebbero prossimi all’indigenza;

2) Nessun recupero delle somme percepite negli anni passati e osservate dagli ispettori del MEF.

Richieste di buonsenso che, stando anche alle recenti dichiarazioni dell’Amministrazione che si è espressa per  bocca del Vice Sindaco con delega al personale On. Nieri, non dovrebbero avere difficoltà ad essere accolte dalle parti sul tavolo della trattativa.

Altissima l'attenzione sul salario accessorio

Cari colleghi,

salario accessoriol’attenzione sul salario accessorio resta altissima. E’ di queste ore l’annuncio attraverso il quale i sindacati danno comunicazione all’Amministrazione che “Il prossimo 6 giugno per l’intero turno i 24mila lavoratori capitolini si asterranno dal lavoro”.  

D’altronde se la circolare a firma dei ministri Padoan, Madia e Lanzetta e la delibera di giunta emanata successivamente alla circolare (documenti che abbiamo allegato alla precedente comunicazione) hanno consentito il pagamento del salario accessorio nelle buste di maggio, e dovrebbero garantirlo fino al 31 luglio 2014, resta opaco il futuro di questi emonumenti. Infatti la stessa circolare ministeriale che ha consentito il pagamento delle somme attenzionate dagli ispettori del MEF, nella sua formulazione complessiva non sembra affatto tranquillizzare sugli scenari futuri li dove testualmente vi si legge:

“Nelle more della definizione delle suddette indicazioni da parte del comitato, è rimessa agli organi di governo degli enti una prima valutazione delle modalità attuative dell’art. 4 del citato decreto-legge, finalizzata ad assicurare la continuità nello svolgimento dei servizi necessari e indispensabili, anche attraverso l’applicazione, in via temporanea e salvo recupero, delle clausole dei contratti integrativi vigenti, ritenuti indispensabili a tal fine”.

Quindi è richiesto un impegno massimo di tutti gli attori chiamati ad operare sull’argomento a garanzia che non accada quanto avvenuto nel Comune di Firenze dove in conseguenza di una attività ispettiva svolta dagli uffici del MEF  i dipendenti sono stati chiamati alla restituzione delle somme di salario accessorio ritenute illegittime.

Clicca qui e leggi il “Provvedimento Dirigenziale del Comune di Firenze

Salario accessorio – Il 6 giugno dipendenti di nuovo in piazza

salario accessorioL’attenzione sul salario accessorio resta altissima. E’ di queste ore l’annuncio dei sindacati all’Amministrazione che “Il prossimo 6 giugno per l’intero turno i 24mila lavoratori capitolini si asterranno dal lavoro”.
D’altronde se la circolare a firma dei ministri Padoan, Madia e Lanzetta e la delibera di giunta emanata successivamente alla circolare (documenti che abbiamo allegato alla precedente comunicazione) hanno consentito il pagamento del salario accessorio nelle buste di maggio, e dovrebbero garantirlo fino al 31 luglio 2014, resta un grande punto interrogativo tutto da chiarire il futuro di questi emonumenti. Infatti la stessa circolare ministeriale che ha consentito il pagamento delle somme attenzionate dagli ispettori del MEF, nella sua formulazione complessiva non sembra affatto tranquillizzato sugli scenari futuri li dove testualmente vi si legge:

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Le novità sulle assenze per visite mediche ed esami diagnostici

visita-malattiacon la circolare n° 2/2014 del Dipartimento della Funzione Pubblica si spiegano le novità introdotte dall’art. 4 comma 16 bis D.L. 101/2013 (ora L.125/2013)
Questo articolo recita ” All’articolo 55 -septies , comma 5 -ter , del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono apportate le seguenti modificazioni: a) le parole: «l’assenza è giustificata» sono sostituite dalle seguenti: «il permesso è giustificato»; b) dopo le parole: «di attestazione» sono inserite le seguenti:«, anche in ordine all’orario,»; c) sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: « o trasmessa da questi ultimi mediante posta elettronica».
Quindi l’art. 55 septies comma 5 ter D.lgs 165/2001 è ora così formulato : “Nel caso in cui l’assenza per malattia abbia luogo per l’espletamento di visite, terapie, prestazioni specialistiche od esami diagnostici (cassato : “l’assenza è giustificata” ) il permesso è giustificato mediante la presentazione di attestazione, anche in ordine all’orario, rilasciata dal medico o dalla struttura, anche privati, che hanno svolto la visita o la prestazione o trasmessa da questi ultimi mediante posta elettronica”.
Il contenuto della Circolare può essere così sintetizzato: le assenze per visite, terapie ecc.. non rientrano più nelle assenze per malattia, ma rientrano nei permessi per motivi personali (oppure nei permessi brevi o nel recupero di ore a credito nel caso i permessi per motivi personali siano già stati esauriti) e devono essere giustificate da attestazione rilasciata dal medico o dalla struttura dove il dipendente ha effettuato la prestazione sanitaria.

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1 febbraio 1999 – 1 febbraio 2014. Quindici anni insieme al Comune di Roma

20140201_191806Oggi sabato 1 febbraio 2014 presso la sede dell’ADIRC l’incontro conviviale dove si sono festeggiati i 15 anni dall’assunzione al Comune di Roma.

Grazie alla mamma di Chiara per il buonissimo dolce preparato per l’occasione. Un in bocca al lupo anche alle colleghe ed ai colleghi che non hanno potuto prendere parte alla bella serata.

 

Nuove regole per rinnovare la patente di guida

Immagine patente Una patente nuova ad ogni rinnovo.
Per rinnovare la patente non si dovrà più attendere l’arrivo del vecchio bollino adesivo, ma, al massimo entro 7 giorni, verrà inviata direttamente a casa, o ad altro indirizzo indicato dal cittadino, una nuova patente di guida nuova di zecca.
Le indicazioni sulla nuova procedura sono contenute in  un decreto del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 10 dicembre e che entrerà in vigore dal 9 gennaio 2014.
Come funziona
Fondamentale nella nuova procedura più che nella precedente il ruolo del medico che, una volta effettuata la visita e accertata l’idoneità al rinnovo, inoltrerà l’estratto del certificato, la firma del cittadino e la foto (Formato 44 x 33 mm) per via telematica al Centro Elaborazione Dati della Motorizzazione che, a sua volta, invierà al medico una ricevuta con la foto dell’utente. Quest’ultimo dovrà utilizzare la suddetta ricevuta (solo se la vecchia patente è già scaduta) per la guida fino all’arrivo della nuova patente.

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Visite Fiscali per Malattia: ecco quante se ne possono ricevere

visita-malattiaLa tematica delle visite fiscali per malattia assume un ruolo di grande interesse nella disciplina del diritto del lavoro italiano, ed in particolar modo la parte di disciplina inerente ai dipendenti pubblici: ecco quindi un breve focus che inquadra con rapidità le principali caratteristiche dell’istituto..

Numero di visite fiscali per malattia consentite

L’art. 2 del Decreto Ministeriale n. 206/2009 stabilisce innanzitutto che sono esclusi dalle visite fiscali per malattia tutti i dipendenti nei confronti dei quali è stata già effettuata l’ispezione fiscale per il periodo di prognosi indicato nel certificato. A partire da questa statuizione pertanto, la visita fiscale per malattia non può essere prevista per due volte per il medesimo evento morboso. Facendo un rapido esempio, se per una prognosi di dieci giorni il medico fiscale dovesse effettuare la visita fiscale di controllo già il primo giorno, per i rimanenti nove il dipendente avrebbe la facoltà di allontanarsi dal proprio domicilio senza alcun obbligo di reperibilità. È quindi possibile una sola visita medica di controllo. Gli eventuali prolungamenti del periodo morboso fanno invece scattare la possibilità di una successiva visita fiscale di controllo.

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Dirigenti Pubblica Amministrazione: gli italiani sono i più pagati al mondo

Super – dirigenti Pubblica Ammnistrazione strapagati, oceaniche differenze di trattamento tra livelli dirigenziali diversi e strane discrasie: il modello di gestione economico adottato dalla Pubblica Amministrazione italiana assume coloriture preoccupanti. È ciò che emerge da un rapporto pubblicato dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) nelle scorse settimane.

Rapporto OCSE: i dirigenti italiani guadagnano il doppio degli altri

rapporto-ocse

Fonte: Il Sole 24 Ore

Il Rapporto, denominato icasticamente “Government at a Glance” ovvero “un’occhiata alle amministrazioni”, evidenzia infatti come nel nostro paese i dirigenti Pubblica Amministrazione di prima fascia siano di gran lunga i più pagati di chiunque altro sul pianeta in posizioni analoghe: 650mila dollari (circa 482mila euro al cambio di novembre) è il reddito annuale, riferito all’anno 2011, di un dirigente apicale italiano facente capo ad uno dei sei distretti ministeriali presi in considerazione dall’indagine (ovvero i dicasteri afferenti ad Interni, Economia, Giustizia, Istruzione, Salute e Ambiente). La cifra possiede un peso quasi triplo rispetto alla media dei 34 paesi facenti parte dell’OCSE (nelle cui fila sono allineati quasi tutti i paesi dell’Unione Europea e diversi paesi industrializzati del resto del mondo tra cui Stati Uniti, Canada e Giappone) la quale si assesta sulla quota di 232mila dollari (circa 170mila euro).
Dirigenti Pubblica Amministrazione: Come sono i redditi dei dirigenti nel resto del mondo?
Al fine di comprendere meglio la vertiginosa altezza delle retribuzioni corrisposte in Italia ai dirigenti Pubblica Amministrazione apicali pare opportuno effettuare una comparazione con le retribuzioni puntuali di alcuni paesi tra i più rappresentativi: in Gran Bretagna, ad esempio, i dirigenti di prima fascia sudditi di Sua Maestà percepiscono un reddito di 348mila dollari all’anno: quasi la metà rispetto agli italiani nel 2011. Negli Stati Uniti la quota si assesta sui 275mila dollari, in Francia sui 260mila e nella “virtuosa” Germania sulla quota di 231mila. La nazione che si colloca più vicina all’Italia in questa particolare classifica è la Nuova Zelanda: 397mila dollari di retribuzione annua per gli apicali, comunque una distanza abissale rispetto ai 650mila dollari percepiti dai “super-dirigenti” pubblici italiani.
In questa direzione non va certamente dimenticato che il Governo presieduto da Mario Monti nel 2012 ha introdotto il tetto salariale inerente proprio alle retribuzioni dei dirigenti Pubblica Amministrazione apicali: questi, ad oggi, non possono oltrepassare una quota di retribuzione di 302mila euro annui: la quale rimane in ogni modo una cifra elevatissima, specie se confrontata con quella degli altri paesi industrializzati citati.

Ma presso i livelli dirigenziali più bassi la tendenza si inverte

L’elemento curioso – e che non fa altro che confermare i dubbi che già gravavano sulla edificazione di un corretto sistema di retribuzione in capo alla Pubblica Amministrazione – è poi rappresentato dal fatto che, sempre secondo i dati forniti dal rapporto OCSE, al di sotto del secondo livello gerarchico dirigenziale si palesa un’inversione di tendenza proprio con riferimento alla retribuzione: ad esempio, in Italia la fascia dei funzionari pubblici risulta sottopagata rispetto alla media dei paesi afferenti all’OCSE. La retribuzione di questa fascia si attesta sulla cifra di 69mila dollari l’anno (circa 51mila euro) contro 90 mila della media OCSE: in questa fascia emergono in maniera preponderante gli  Stati Uniti con un salario di 160mila dollari annui, ed affiorano anche paesi europei come Spagna, Olanda, Belgio e Danimarca che assegnano ai loro funzionari un reddito superiore ai 100mila dollari.
di Marco Brezza da “Dipendenti Statali – il Blog”