di Gabriella Longo
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L’evoluzione storica della materia del pubblico impiego è stata da sempre caratterizzata da un andamento mutevole, legato all’esigenza di fornire un’adeguata tutela ad un diritto primario qual è il diritto al lavoro, che trova il suo referente normativo tanto tra i principi fondamentali della Costituzione, art.1 co. 1 e l’art. 4 co. 1., quanto nella sezione dedicata ai rapporti economici, art. 35 e seguenti.
Parimenti va considerato l’art. 97 Cost., nella sezione titolata “La pubblica amministrazione”, specificamente dedicato al pubblico impiego, sullo sfondo del principio di uguaglianza ex art. 3 Cost.
L’intento legislativo è quello di rispondere in modo efficiente ed efficace alle esigenze emergenti dai sempre diversi contesti economico-culturali della società, al fine di superare i rischi di una obsolescenza della legge.
Una ricostruzione in senso diacronico del rapporto di lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione consente di delineare in maniera compiuta e motivata i problemi che sono emersi sul piano del riparto di giurisdizione, tanto nell’ipotesi di rapporto di lavoro privatizzato che non privatizzato.
Effettuata questa distinzione, è opportuno soffermarsi sull’ipotesi da sempre dibattuta, della mancata assunzione, differenziando il contesto e la posizione soggettiva di idoneo vincitore e idoneo non vincitore.
In ultima analisi l’inquadramento del riparto consente di pervenire all’individuazione di quelle tecniche di tutela azionabili a fronte di una posizione giuridica soggettiva lesa.
Preliminarmente è necessaria la precisazione in ordine alla imprecisa formulazione tecnica del riferimento al pubblico impiego privatizzato.
di Licia Albertazzi – Corte di Cassazione civile, sezione lavoro, sentenza n. 18678 del 4 Settembre 2014. Quando è legittimo licenziare un dipendente per assenza reiterata causata da malattia? A tutela del lavoratore esiste nell’ordinamento il limite del c.d. periodo di comporto, al di sotto del quale, previa idonea giustificazione medica (ove richiesto dalla legge), il lavoratore non può essere destinatario di licenziamento per giustificato motivo.
“Tanto nel caso di una sola affezione continuata, quanto in quello del succedersi di diversi episodi morbosi (cosiddetta eccessiva morbilità), è soggetta alle regole dettate dall’art. 2110 cod. civ.”. Tale periodo è predeterminato per legge, fissato dalla contrattazione collettiva o dagli usi, o ancora, in assenza di tali fonti, determinato dal giudice in via equitativa.
Il mero superamento di questo limite, tuttavia, è di per sé condizione sufficiente a giustificare il recesso del datore di lavoro, “nel senso che non è necessaria la prova del giustificato motivo oggettivo né della sopravvenuta impossibilità della prestazione lavorativa, né della correlata impossibilità di adibire il lavoratore a mansioni diverse”.
Nel caso di specie ricorre il lavoratore licenziato, licenziamento intervenuto per continue assenze “a macchia di leopardo”, malattie brevi e reiterate, concentrate prevalentemente in periodi a stretto contatto con ferie, altre festività e giorni di riposo del lavoratore. Tanto che tali assenze, nel complesso, hanno dato causato l’insufficienza della prestazione lavorativa in termini di efficienza e di raggiungimento degli obiettivi aziendali, nonché pregiudizievole per la stessa organizzazione d’impresa.
La Suprema corte, nel rigettare il ricorso, ha pronunciato il principio di diritto secondo il quale “in tema di licenziamento per giustificato motivo oggettivo determinato da ragioni tecniche, organizzative e produttive, compete al giudice – che non può, invece, sindacare la scelta dei criteri di gestione dell’impresa, espressione della libertà di iniziativa economica tutelata dall’art. 41 Cost. – il controllo in ordine all’effettiva sussistenza del motivo addotto dal datore di lavoro, in ordine al quale il datore di lavoro ha l’onere di provare, anche mediante elementi presuntivi e indiziari, l’effettività delle ragioni che giustificano l’operazione di riassetto”.
E’ quindi legittimo il licenziamento irrogato al lavoratore per evidente violazione della diligente collaborazione per causa dovuta allo stesso dipendente.
Fonte: www.StudioCataldi.it
Dal 13 al 17 settembre 2014 torna nella Capitale il Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica, promosso dalla Comunità Ebraica di Roma e curato da Ariela Piattelli, Raffaella Spizzichino e Shulim Vogelmann.
Giunto alla settima edizione, il festival inaugura sabato 13 settembre con La Notte della Cabbalà, per proseguire fino al 17 settembre con numerose iniziative culturali ad ingresso gratuito, tra musica, arte, incontri, libri, danza, teatro, cucina, che animeranno l’antico quartiere ebraico della città, celebrando lo storico sodalizio della con la città di Roma, che vanta una presenza ebraica da oltre duemila anni.
What’s up Family? Cosa succede famiglia? è il tema centrale della settima edizione del Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica. Il punto di partenza è la famiglia nella tradizione ebraica, per poi attraversare le suggestioni letterarie, la fotografia, e arrivare alle nuove frontiere della bioetica, per comprendere come nel corso dei secoli è cambiato, se è cambiato, il concetto di famiglia nella società. Un confronto culturale nello spirito del Festival, che si propone di trovare nuove risposte sui temi universali in un mondo in continuo mutamento – come sulla famiglia che, al di là delle diversità, è terreno comune per tutti, e sui cui destini, oggi più che mai, è importante confrontarsi.
Visita il sito: www.festivaletteraturaebraica.it
POSTI ESAURITI
Un viaggio nella storia, promosso da Roma Capitale, con l’ideazione e la cura di Piero Angela e Paco Lanciano. Sarà possibile assistere allo spettacolo tutte le sere fino al 23 settembre 2014 in tre repliche alle 21, alle 22 e alle 23 (durata 40 minuti; max 200 persone).
Utilizzando le tecnologie più all’avanguardia, il progetto illustrerà il sito archeologico situato lungo Via dei Fori Imperiali e adiacente a via Alessandrina partendo da pietre, frammenti e colonne presenti. Gli spettatori saranno accompagnati dalla voce di Piero Angela e da magnifici filmati e ricostruzioni che mostreranno i luoghi così come si presentavano all’epoca di Augusto: una rappresentazione emozionante ed allo stesso tempo ricca di informazioni dal grande rigore storico e scientifico.
Gli iscritti ADIRC potranno assistere allo spettacolo con uno sconto di 5 €, il 2 luglio alle ore 22:00. I posti sono limitati, perciò prenota subito la visita al “Foro di Augusto 2000 anni dopo” telefonando al tel. 06.48906227 oppure inviando una email a segreteria@adirc.roma.it.
Presso il Tennis Club Kipling in Via dei Cantelmo, 129 (zona Bravetta – Casetta Mattei) Venerdì 27 giugno dalle ore 21 splendida serata a bordo piscina immersi nella bellissima cornice del Parco Valle dei Casali.
Musica dal vivo con i bravissimi GOODOLLS.
Inoltre consumazione con spiedino, bruschetta e bevanda per passare una piacevole serata in compagnia.
IL TUTTO A SOLI € 13, per i soci ADIRC il costo è di € 10.
Prenotazioni presso la segreteria del Circolo al n. Tel 06.66151916
Introdotto con il D.lgs. n. 206 del 6 settembre 2005, a norma dell’art. 7 della l. delega n. 229/2003, in attuazione di una serie di direttive dell’Unione Europea, il Codice del Consumo rappresenta un fondamentale traguardo nella tutela dei consumatori.
Con l’ingresso del Codice del Consumo, il legislatore ha provveduto a riunire sotto un’unica disciplina organica tutte le norme vigenti in materia, armonizzandole con quelle esistenti nel diritto comunitario, nel segno della semplificazione e del coordinamento.
Grazie all’autonomo rilievo conferito alla figura del consumatore e alla previsione di una serie di strumenti concreti di tutela, il testo rappresenta una pietra miliare nel riconoscimento dei diritti dei consumatori, con la finalità primaria di rafforzarne la protezione, quali parti più deboli dei rapporti di consumo.
L’obiettivo della legge è, difatti, la tutela più ampia dei diritti dei consumatori, sia come singoli che come associazioni, nelle relazioni con gli operatori commerciali, estesa a tutte le fasi del rapporto di consumo, dalla pubblicità all’adeguata informazione, dalla qualità alla sicurezza dei prodotti e dei servizi, dalla correttezza e trasparenza contrattuale alle clausole abusive, sino all’accesso alla giustizia, con forme ed azioni finalizzate ad esercitare in concreto la tutela dei singoli diritti sanciti anche attraverso la c.d. “class action”, cioè l’azione collettiva finalizzata all’ottenimento del risarcimento del danno in capo al gruppo di consumatori danneggiati da un medesimo evento lesivo.
Il Codice si suddivide in 6 parti articolate per categorie tematiche.
Nella prima vengono enunciati i diritti fondamentali tutelati e le finalità del Codice stesso, oltre alle definizioni di consumatore e professionista (artt. 1-3); nella seconda, sono dettate le norme in materia di educazione, informazione e pubblicità (artt. 4-32); la terza parte è dedicata alla disciplina contrattuale dei rapporti di consumo (artt. 33-101); nella quarta, invece, sono contenute le norme in materia di sicurezza e qualità dei prodotti e di responsabilità del produttore per gli eventuali danni cagionati (artt. 102-135); la quinta parte è relativa alle disposizioni inerenti le associazioni dei consumatori e ai giudizi che le stesse sono legittimate a promuovere nelle ipotesi di violazione degli interessi collettivi (artt. 136-141); la sesta e ultima parte, infine, concerne una serie di disposizioni finali (artt. 142-146), tra le quali rileva l’art. 143 che definisce irrinunciabili i diritti riconosciuti ai consumatori dichiarando nulla ogni pattuizione in contrasto con le disposizioni del codice.
Leggi il Codice del Consumo Edizione 2014
Cari colleghi,
il 12 giugno il Consiglio dei Ministri ha approvato i punti della riforma della Pubblica Amministrazione.
Il testo, che sarà oggetto di un percorso legislativo, introduce alcune novità rilevanti.
Tra queste:
- la previsione di 15 mila nuove assunzioni nella Pubblica Amministrazione per dare avvio ad un ricambio generazionale e la contestuale eliminazione dell’istituto del trattenimento in servizio per chi ha raggiunto i requisiti della pensione, che insieme al divieto di attribuzione di incarichi dirigenziali a soggetti in quiescenza dovrebbe liberare notevoli spazi nelle piante organiche delle varie amministrazioni pubbliche;
- La modifica della mobilità volontaria che non necessiterà più del nulla osta dell’Amministrazione di provenienza. Mentre per l’istituto della mobilità obbligatoria, al fine di favorire un utilizzo più efficiente delle risorse umane, nella riforma si prevede la possibilità dell’amministrazione di trasferire (con la medesima retribuzione e non oltre 50 Km dall’attuale sede) un un lavoratore da una amministrazione ad un’altra della pubblica amministrazione, senza il preventivo assenso dello stesso;
- Le agevolazioni per usufruire dell’istituto del part-time.
Questi sono solo alcuni dei punti toccati dal governo nella sua proposta di riforma. Proposta che riteniamo utile mettere a disposizione dei colleghi al fine di consentire a tutti di prenderne cognizione nella sua interezza.
Clicca qui per leggere tutti i punti della riforma
Clicca qui per vedere le modifiche agli articoli di legge
Dopo la grande partecipazione allo sciopero del 6 giugno da parte dei Dipendenti di Roma Capitale a difesa del salario accessorio, riparte il tavolo sul contratto decentrato chiamato a trovare soluzioni che non penalizzino i dipendenti capitolini e al contempo siano rispettose delle osservazione degli ispettori del MEF.
L’intesa tra le parti, stando ai tempi dettati dalla circolare ministeriale, dovrà essere trovata e sottoscritta entro il 31 luglio 2014.
Amministrazione e sindacati faranno bene ad avere ben chiare due richieste che non possono essere derogate per nessun motivo:
1) Nessuna decurtazione degli stipendi che, già miseri, se alleggeriti del salario accessorio sarebbero prossimi all’indigenza;
2) Nessun recupero delle somme percepite negli anni passati e osservate dagli ispettori del MEF.
Richieste di buonsenso che, stando anche alle recenti dichiarazioni dell’Amministrazione che si è espressa per bocca del Vice Sindaco con delega al personale On. Nieri, non dovrebbero avere difficoltà ad essere accolte dalle parti sul tavolo della trattativa.
Cari colleghi,
l’attenzione sul salario accessorio resta altissima. E’ di queste ore l’annuncio attraverso il quale i sindacati danno comunicazione all’Amministrazione che “Il prossimo 6 giugno per l’intero turno i 24mila lavoratori capitolini si asterranno dal lavoro”.
D’altronde se la circolare a firma dei ministri Padoan, Madia e Lanzetta e la delibera di giunta emanata successivamente alla circolare (documenti che abbiamo allegato alla precedente comunicazione) hanno consentito il pagamento del salario accessorio nelle buste di maggio, e dovrebbero garantirlo fino al 31 luglio 2014, resta opaco il futuro di questi emonumenti. Infatti la stessa circolare ministeriale che ha consentito il pagamento delle somme attenzionate dagli ispettori del MEF, nella sua formulazione complessiva non sembra affatto tranquillizzare sugli scenari futuri li dove testualmente vi si legge:
“Nelle more della definizione delle suddette indicazioni da parte del comitato, è rimessa agli organi di governo degli enti una prima valutazione delle modalità attuative dell’art. 4 del citato decreto-legge, finalizzata ad assicurare la continuità nello svolgimento dei servizi necessari e indispensabili, anche attraverso l’applicazione, in via temporanea e salvo recupero, delle clausole dei contratti integrativi vigenti, ritenuti indispensabili a tal fine”.
Quindi è richiesto un impegno massimo di tutti gli attori chiamati ad operare sull’argomento a garanzia che non accada quanto avvenuto nel Comune di Firenze dove in conseguenza di una attività ispettiva svolta dagli uffici del MEF i dipendenti sono stati chiamati alla restituzione delle somme di salario accessorio ritenute illegittime.
Clicca qui e leggi il “Provvedimento Dirigenziale del Comune di Firenze”
L’attenzione sul salario accessorio resta altissima. E’ di queste ore l’annuncio dei sindacati all’Amministrazione che “Il prossimo 6 giugno per l’intero turno i 24mila lavoratori capitolini si asterranno dal lavoro”.
D’altronde se la circolare a firma dei ministri Padoan, Madia e Lanzetta e la delibera di giunta emanata successivamente alla circolare (documenti che abbiamo allegato alla precedente comunicazione) hanno consentito il pagamento del salario accessorio nelle buste di maggio, e dovrebbero garantirlo fino al 31 luglio 2014, resta un grande punto interrogativo tutto da chiarire il futuro di questi emonumenti. Infatti la stessa circolare ministeriale che ha consentito il pagamento delle somme attenzionate dagli ispettori del MEF, nella sua formulazione complessiva non sembra affatto tranquillizzato sugli scenari futuri li dove testualmente vi si legge: